mercoledì 19 febbraio 2014

Prossimo incontro

Il prossimo incontro del nostro Gruppo di lettura è fissato per mercoledì 26 febbraio alle ore 21:00

Il libro della serata sarà: “Animal” di Sinha Indra





E questo è il nostro programma per i mesi successivi:
  • Marzo 2014: “La tigre bianca” di Aravid Adiga




I nostri incontri sono aperti a tutti gli appassionati della lettura!
Ci troviamo ogni ultimo mercoledì del mese nella Biblioteca comunale Carla Carloni di Ziano Piacentino. Chi è interessato a partecipare è invitato a presentarsi il giorno indicato alle ore 21 in biblioteca (situata all’ultimo piano delle Scuole Elementari di Ziano P.no – portone laterale sin.).
Per info: gruppodiletturaziano@gmail.com

mercoledì 12 febbraio 2014

Incontro del 05.02.2014 - L’interprete dei malanni

Causa pessime previsioni del tempo (era previsto  “big snow”, ma alle fine c’era solo una normalissima nevicata) questa volta ci siamo incontrati con una settimana di ritardo, cioè: il primo mercoledì di febbraio invece dell’ultimo di gennaio.
Libro della serata e secondo del nostro ciclo indiano era L’interprete dei malanni  di  Jhumpa Lahiri. Con questa sua opera prima la giovane autrice si è, nel 2000, subito aggiudicato il prestigioso Premio Pulitzer. Grandi erano quindi le nostre aspettative, ma solo in parte sono state soddisfatte; anche se il giudizio generale del GDL era molto più positivo rispetto a Cuccette per signora (di Anita Nair) di cui avevamo discusso a fine novembre.
Il libro della Lahiri è una raccolta di nove racconti, ambientati in parte negli USA e in parte in India (Calcutta). I protagonisti quasi sempre sono indiani più o meno americanizzati, storie di emigrazione, tra povertà, emarginazione, nostalgia,  grandi aspettative e voglia di integrarsi.
Disagio temporaneo, ambientato a Boston, racconta di una giovane coppia indiana in piena crisi matrimoniale dopo aver perso un figlio.  È una storia molto intimista ma anche abbastanza occidentalizzata.  (A questo proposito ad alcuni partecipanti del nostro GDL è venuto il “dubbio” che gli autori indiani che riescono ad avere successo internazionale vivono e/o studiano e/o lavorano quasi tutti in occidente, soprattutto in Inghilterra e negli USA.)
L'interprete dei malanni , che ha dato il titolo al libro, è invece uno dei pochi racconti che sono ambientati in India, dove una famiglia americanizzata si reca in vacanza e viene guidata dal signor Kapasi, che svolge l’attività di interprete nell’accompagnare i turisti. Come secondo lavoro fa il mediatore linguistico in uno studio medico, perché oltre all’inglese in India persistono 22 lingue ufficialmente riconosciute e non è facile comunicare tra gli stessi indiani. Kapasi ritiene umiliante questo lavoro ed è ben felice del fatto che la “turista americana” prova interesse per la sua strana professione. 
Il terzo e ultimo continente era forse il racconto che ha emozionato di più i partecipanti del nostro Gruppo di lettura. Parla di un giovane bangalese che negli anni ’60 lascia l’India per andare a studiare e lavorare a Londra e dopo qualche anno a Boston negli USA. Lì affitta una stanza da una donna  americana di 103 anni. L’anziana è talmente fiera che gli americani siano sbarcati sulla luna che tutte le sere con lei diventa un rito ricordare questo evento e gridare "Fantastico!" La permanenza in questa casa finisce quando Mala, giovane indiana che lui ha sposato in un matrimonio “combinato” dalla sua famiglia, riesce finalmente ad avere il visto e a raggiungerlo a Boston. Il narratore cerca di farci capire come da un matrimonio organizzato e quindi da una condizione di indifferenza possa nascere un rapporto d’amore dolce e solido. Poi, con un salto in avanti di molti anni, ritroviamo la coppia quando c’è già un figlio adulto che studia ad Harvard.  ”Mala non si avvolge più il sari sulla testa, la notte non piange più per i suoi genitori, ma qualche volta piange per nostro figlio. Allora andiamo a trovarlo … lo portiamo a casa per il fine settimana, a mangiare riso con le mani insieme a noi, a parlare bengali, perché ci viene il timore che smetterà di farlo dopo la nostra morte …”
Questo racconto ha una forte componente autobiografica. La stessa Jhumpa Lahiri è  nata a Londra da genitori indiani bengalesi, ma è cresciuta nel Rhode Island. E in un’intervista su La Repubbica sottolinea che spesso i genitori (indiani emigrati)  fanno di tutto per trasmettere ai loro figli il famoso “sogno americano” rischiando però di creare una specie di alieni che sono stranieri in entrambi i mondi. Della sua infanzia dice: "I miei non parlavano mai dell’India, mia madre magari un po’ e in modo superficiale. Forse perché gli immigrati hanno questo desiderio di tagliare le radici. Così l’India per me era come la luna. Come io stessa ho sperimentato, ci vogliono tre generazioni per integrarsi. La prima, quella dei miei non parlava bene la lingua e ogni volta che apriva bocca scatenava una reazione tipo "voi siete diversi", la seconda, la mia, era divisa tra amici, musica e cibo bengalesi e vita americana, e la terza, che non ha più legami col passato. I miei figli non parlano né bengalese né spagnolo e mangiano indifferentemente curry, riso e fagioli, pasta. Ma si sentono al cento per cento di Brooklyn. E questo è positivo? Non lo so. I miei sapevano sempre chi erano e quale era il loro posto nel mondo. Io ho provato smarrimento e confusione dall'inizio alla fine e l'appartenenza solo alle persone.” 
“La letteratura indiana mi sembra piena di tristezza” diceva una delle partecipanti al nostro incontro in biblioteca. E quasi tutti i presenti confermavano questa sensazione.
Per rasserenarci ed addolcirci la serata invece ci ha pensato Claudia con la sua ottima torta di mele fatta in casa. Ed anche il tè caldo è stato molto gradito in quella serata piovosa e fredda…
Prossimo incontro: mercoledì 26 febbraio per parlare di “Animal” di Sinha Indra.
Buona lettura a tutti!

(Helga per il Gruppo di lettura)