mercoledì 5 maggio 2010

Incontro del 28.04.2010 - Le ceneri di Angela

All'ultimo incontro del gruppo di lettura è stato Renato ad aprire il dibattito su "Le ceneri di Angela" definendolo romanzo dickensiano. McCourt probabilmente aveva letto Dickens e nella biografia della sua infanzia ne copia un po' lo stile (racconto lungo, ricco di episodi e di avventure). Renato ha letto anche i due romanzi successivi ("Che paese, l'America" e "Ehi, prof!") ma li sconsiglia perché in fondo McCourt non è un vero scrittore, è solo un uomo che a 60 anni ha deciso di scrivere la sua biografia. C'è riuscito molto bene con "Le ceneri di Angela" ma i romanzi successivi sono noiosi e poco interessanti, una sorta di "minestra riscaldata".
Il romanzo è piaciuto a tutti, nonostante gli argomenti trattati non siano affatto leggeri. L'unica critica riguarda la prolissità del libro giudicato da alcuni troppo lungo.
Il dibattito si è incentrato principalmente sulla figura del padre, da molti individuato come il personaggio peggiore della storia. Lorena invece lo giudica un personaggio interessante ai fini della storia. Ci mostra come l'alcolismo fosse un fatto culturale (i veri uomini dovevano andare al pub a ubricarsi!) e altri cliché tipici dell'epoca (l'uomo che non cammina per strada portando pacchi, che non va a raccogliere il carbone per strada anche se i figli stanno morendo di freddo). Il libro ci dà un'immagine molto realistica e molto cruda di un pezzo di storia d'Irlanda. Molti episodi il protagonista li ha vissuti sulla sua pelle, altri può non averli vissuti direttamente ma magari li ha visti perché la povertà era comune a moltissime famiglie e a ben pensarci, anche da noi in Italia, nel periodo tra le due guerre, la situazione non era molto diversa.
Altro aspetto che ha catturato la nostra attenzione riguarda il titolo. Perché le ceneri di Angela? Nel libro non viene mai detto esplicitamente però più di una volta McCourt parla della madre seduta accanto al camino (quasi mai acceso), che rimestava le ceneri, con lo sguardo perso nel vuoto. Però abbiamo anche ipotizzato che si tratti di un titolo metaforico.
L'ultima parte della serata è stata come al solito allietata dalla torta di Daniela e da altri dolcetti portati da chi non è riuscito a terminare il libro per mancanza di tempo. In fine Lorena, Renato, Helga e Michela ci hanno raccontato qualcosa della gita alla Certosa di Pavia. Peccato che questa volta l'uscita del gruppo di lettura abbia suscitato poco interesse, speriamo di organizzarne presto un'altra e di raccogliere un maggior numero di partecipanti.
(Maria Teresa per il Gruppo di lettura)

4 commenti:

Elena ha detto...

Purtroppo non ero presente mercoledì scorso al GDL...ho letto il libro qualche anno fa dopo una viaggio in Irlanda e ricordo che mi era piaciuto moltissimo: avevo apprezzato il modo in cui lo scrittore affrontava temi drammatici e la sua ironia...
Mi era piaciuto talmente tanto che, come Renato, avevo letto anche i 2 romanzi successivi...
"Che paese, l'America" in cui Frank racconta delle suo arrivo in America e delle sue esperienze lavorative e "Ehi prof!" in cui lo scrittore narra delle sue avventure al di là della cattedra... A mio parere quest'ultimo è tra i 3 libri quello piu' "lento"...quasi noioso...insomma ormai Frank non ha piu' niente da raccontarci...Buona giornata a tutti e a presto!
Elena

Helga ha detto...

Ho letto questo libro 2 anni fa in inglese e anche se non ho capito tutto (i dialoghi sono scritti in parte in dialetto irlandese) mi era piaciuto abbastanza. Adesso, per il GDL, l'ho riletto nella mia madrelingua, in tedesco, e mi è sembrato molto prolisso, troppo lungo. Forse non è un libro da leggere due volte^^.
Per quanto riguarda il padre irresponsabile - bhe, secondo me non è una giustificazione che i "veri uomini" a Limmerick andavano al pub ecc. Piuttosto il fatto che lui è stato sistematicamente discriminato (in famiglia, al lavoro, a Limmerick in generale) in quanto "uno del nord", un "diverso" che parlavo pure con un'accento "straniero" potrebbe essere una specie di spiegazione (non una vera scusante però) per il suo comportamento, le sue sbronze senza limiti e i tentativi disperati di essere accettato dagli altri ubriaconi al pub (offrendo pints a tutti invece di portare i pochi soldi a casa per i suoi bambini affamati).
Del resto - anche Angela non era proprio una madre da manuale direi...

Maria Teresa ha detto...

Sono contenta di aver letto questo libro perché è uno dei grandi successi letterari degli ultimi anni (ha vinto anche il premio Pulizer) ma devo dire che ho fatto molta fatica ad arrivare alla fine. Lo stile non invogliava alla lettura, non era abbastanza coinvolgente, i meccanismi del racconto erano troppo ripetitivi. Solo verso la fine si è acuita un po' la mia curiosità perché volevo sapere in che modo avviene il riscatto, la fuga in America. Però intanto ho dovuto sorbirmi 400 pagine.

Lina ha detto...

Ciao a tutti!
nemmeno io ero alla serata del GDL ma eccomi (una volta ogni tanto scrivo anche io... ;-P) il libro mi è piaciuto direi moltissimo, il personaggio che mia ha colpito di più è proprio Frank, il suo modo di raccontare, parlava di cose spaventose alla maniera dei bambini, quasi con ironia direi, le domande che si faceva... i suoi modi di approcciare qualsiasi persona, le riflessioni... Stupendo!
Una cosa sola non mia ha convinto molto, il finale, l'ultimo capitolo l'avrei saltato a piedi pari.. invece l'ho letto ma non è stato degno di che.
Su consiglio leggerò anche le sue altre opere. Secondo me il titolo 'Le ceneri di Angela' è metaforico, anche se il personaggio più triste, solo e 'derelitto' è proprio Angela, forse è per questo... mah... Ci vediamo alla prox serata.