“Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi ha convinto tutti i
presenti all’ultimo incontro del nostro GDL (almeno quelli che l’hanno letto).
Eppure il titolo, diceva una lettrice, “lì per lì non invoglia moltissimo”. Anche
altri inizialmente erano un pochino disturbati da quel insistente “sostiene”
che crea l’atmosfera di una specie di confessione, di una deposizione e
testimonianza minuziosa che Pereira fa all’autore del romanzo, per creare
autenticità. Un trucco letterario? Sicuramente. Ma in ogni caso un trucco molto
ben riuscito che velocemente affascina il lettore.
“Sostiene Pereira”
racconta un periodo tragico della storia europea. I fatti so svolgono in un solo mese, nell’agosto del 1938, sullo sfondo della
dittatura portoghese (Salazar ha appena preso il potere). Nella vicina Spagna
infuria la guerra civile, il generale Francisco Franco viene aiutato dai
fascisti italiani e i nazisti tedeschi.
In questo mese d’estate la vita del dott. Pereira, redattore
culturale di un insignificante quotidiano cattolico, viene completamente
sconvolta. Pereira all’inizio del racconto è un personaggio mediocre, letargico
e triste: un vedovo obeso e apolitico che per solitudine parla con la foto
della moglie defunta, mangia solo omelette con le erbe aromatiche al bar dell’angolo,
beve litri e litri di dolcissima limonata, è innamorato degli autori francesi
del ‘800 e non è per niente informato (nonostante la sua professione di
giornalista) di quello che sta succedendo nel mondo intorno a lui. Ma un giorno incontra Monteiro Rossi, un giovane laureato in
filosofia a cui affida il compito di scrivere “coccodrilli” (necrologi
anticipati di personaggi celebri ancora in vita) per il suo giornale. Quello
che Pereira non sa (o almeno non si aspetta): Monteiro Rossi è uno spirito
rivoluzionario, coinvolto nella resistenza portoghese e anche in quella spagnola. In Pereira si svegliano sentimenti quasi
paterni per questo giovane, e forse vede in lui anche i suoi stessi ideali che
ha sepolto da molto tempo. Fatto è che aiuta Monteiro Rossi con i suoi soldi,
ma non solo. Mentre il giovane scivola sempre di più nella ribellione contro il
regime fascista anche Pereira prende consapevolezza di quello che lo circonda:
violenza, intimidazione, censura.
Secondo Renato “Sostiene Pereira” è il libro più bello di
Tabucchi, Claudia lo trova elegante e poetico, Michela tenero e commovente,
Patrizia P. era presa dal riscatto e risveglio intellettuale (e non solo) del
vecchio giornalista e tutti noi eravamo affascinati dalla “confederazione delle
anime”, concetto espresso da un altro personaggio chiave di questo libro: il
dottor Cardoso, medico di una clinica talassoterapica che spiega a Pereira una
teoria di psicologi francesi. Secondo questa teoria ogni persona non ha una
sola anima ma una confederazione di anime su cui ne domina una, un io egemone;
talvolta può accadere che una nuova anima (un nuovo io egemone) prenda il
sopravvento, determinando così una vera e propria metamorfosi; l'inquietudine
di Pereira, gli spiega Cardoso, potrebbe essere quindi il preludio di un grande
cambiamento.
E in effetti, alla fine del racconto anche in Pereira prende
il sopravvento una nuova anima: il pigro, abitudinario intellettuale Pereira si
trasforma in oppositore del regime. Una specie di anti-eroe, che- nonostante tutte le sue contraddizioni
interne - ha affascinato tanto lettrici
e lettori del nostro GDL.
(Helga, per il Gruppo di lettura)
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