sabato 16 aprile 2016

Incontro di mercoledì 30 marzo 2016 - Io sono Malala



“Io sono Malala” – il titolo è da autobiografia. Ma il libro che racconta la storia della giovane “militante” per il diritto delle donne all’istruzione e all’educazione scolastica è molto di più. E’ un documento storico sulla situazione sociale in Pakistan, un libro politico, una denuncia contro la discriminazione delle donne in certi ambienti islamici-estrimisti e della brutalità del regime talibano. 
 
Non penso sia necessario riassumere qui tutta la storia di Malala e della sua famiglia, e neanche di quello che è accaduto quel 9 ottobre del 2012 quando la 15enne, tornando da scuola, viene brutalmente attaccata e ferita alla testa da fanatici talebani. Perché il destino di Malala, che per fortuna è sopravvissuta all’attentato, ha fatto velocemente il giro del mondo. La ragazza, dopo la guarigione, ha fatto un impressionante e appassionato discorso alle Nazioni Unite e nel 2014 ha persino ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

Eppure, “Io sono Malala” non ha veramente convinto i partecipanti del nostro Gruppo di Lettura.  Alcuni giudizi dei presenti al incontro dedicato a questo libro erano (semplificando!): “Bella storia, ma scritta male” oppure “Non mi è piaciuta la scrittura ma sono contento di averlo letto” oppure “Valore letterario scarso, valore umano altissimo”.

A detta di quasi tutti noi era soprattutto lo stile di questo libro che non è riuscito a coinvolgere veramente il lettore. “Io sono Malala” è scritto a 4 mani, dalla giovane Malala Yousafzai insieme alla  giornalista inglese Christina Lamb.  E l’impressione che abbiamo avuto è che la maggior parte del testo sia stato scritto proprio dalla co-autrice (la giornalista appunto) e non dalla giovane protagonista stessa. Il racconto ci è sembrato, specialmente nella prima parte, pesante, teorico-storico, spesso sterile e anche ripetitivo. Non diventa mai veramente “personale”. E anche se è scritto in prima persona viene il sospetto che è soprattutto Christina Lamb, la “professionista della scrittura”, che costruisce il racconto ed il testo.

Con tutto questo non vogliamo togliere niente all’importanza della giovane Premio Nobel e del suo impegno, e neanche al valore del libro in se. “Io sono Malala” è sicuramente un racconto che merita di essere letto, perché si imparano e capiscono moltissime cose su un paese come il Pakistan e sulla lotta della sua popolazione per i diritti civili.

Libro di aprile: “Pane nero” di Miriam Mafai (titolo che abbiamo scelto in quanto il nostro prossimo incontro cade solo due giorni dopo il 25 aprile)

(Helga, per il Gruppo di Lettura)

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