Era un incontro “molto dolce” quello di fine maggio,
dedicato a “La famiglia Manzoni” di Natalia Ginzburg. Sul tavolo una torta
buonissima, biscotti di vario genere e persino una bottiglia di vino frizzante.
E chi conosce i nostri “rituali” avrà già
capito: il libro del mese non era piaciuto molto ….
Eravamo solo in 8 intorno al nostro grande tavolo in
biblioteca. E solo due avevano letto “La famiglia Manzoni” fino alla fine. Gli
altri: chi l’ha abbandonato dopo poche pagine, chi è arrivato circa a metà, e
chi non l’ha neanche inziato.
Caso particolare: Neppure la persona che aveva proposto la
lettura di questo libro ce l’ha fatta. Anzi, non si è presentata al nostro
appuntamento, scusandosi con un SMS in cui spiegava - tra l’altro - che il
libro era “deludente”…
Cosa era successo allora? Inizialmente eravamo tutti
contenti di leggere un libro di Natalia Ginzburg, autrice italiana stimata (spesso
pure amata) dai componenti del nostro Gruppo di lettura. E anche l’idea della
biografia di questo grande scrittore italiano ci aveva stimolati ed incuriositi.
“La famiglia Manzoni” sicuramente non è una delle solite
biografie dove una brava scrittrice (è la Ginzburg lo era senza dubbio) racconta
con sapienza narrativa e in maniera un po’ romanzata la vita di un personaggio
famoso. E’ invece una biografia epistolare, molto asciutta, basata soprattutto
sulle lettere che i vari membri della famiglia Manzoni si scambiavano con
parenti, amici, colleghi.
Natalia Ginzburg stessa spiegava: «Ho tentato di rimettere
insieme la storia della famiglia Manzoni; volevo ricostruirla, ricomporla,
allinearla ordinatamente nel tempo. Avevo delle lettere e dei libri. Non volevo
esprimere commenti, ma limitarmi a una nuda e semplice successione di fatti.
Volevo che i fatti parlassero da sé. Volevo che le lettere, accorate o fredde,
cerimoniose o schiette, palesemente menzognere o indubitabilmente sincere,
parlassero da sé […].”
In gran parte però tutto questo a noi del Gruppo di Lettura è
apparso poco scorrevole, persino noioso. E i protagonisti stessi non fanno
niente per rendere più simpatica la loro storia. Sono spesso poco gradevoli (Cesare
Beccaria, il suocero, ad esempio), depressi, ipocondriaci, egocentrici, egoisti.
E neppure la nascita dei “Promessi Sposi”,
romanzone per il quale Alessandro Manzoni sarà poi famoso in tutto il mondo,
viene illustrato in maniera interessante nel libro della Ginzburg. Anzi: ad un
certo punto il romanzo risulta semplicemente finito, viene stampato in Italia e
tradottto in altre lingue. Tutto qua. Molto deludente per noi del GDL che
eravamo veramente curiosi di sapere qualcosa in più sulle circostanze in cui
Manzoni l’aveva “partorito” in lunghi anni di lavoro…
Il libro attualmente in lettura dal nostro GDL: “La masseria
delle allodole” di Antonia Arslan. Parla del genocidio degli Armeni in Anatolia 100 anni fa. Ne discuteremo a fine
mese in biblioteca a Ziano.
Buona lettura!
(Helga, membro del Gruppo di Lettura CoLibri)
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