Avevamo deciso mesi
fa di leggere questo libro, senza sapere che l’argomento potesse
diventare molto “attuale” (vedi il
viaggio del Papa in Armenia e la recente disputa politico/diplomatica
Berlino-Ankara sul riconoscimento ufficiale del “genocidio degli Armeni” da
parte del parlamento tedesco).
“La masseria delle allodole” di Antonia Arslan ci racconta,
appunto, la persecuzione e l’annientamento sistematico del popolo armeno da
parte dei turchi. Lo sterminio (quasi 2 milioni di morti) inizia nel 1915, e
l’autrice ce lo racconta attraverso ricordi della propria famiglia. La Arslan è
di origini armene, e la “masseria delle allodole” fu la casa sulle colline in
Anatolia dove gran parte della sua famiglia venne trucidata. Seguì una lunga odissea,
una marcia disperata e spesso mortale attraverso il deserto. Fame, sete,
stupri, violenza di tutti i tipi sui profughi furono all’ordine del giorno. In
pochi arrivarono vivi ad Aleppo in Siria, e ancora meno riuscirono ad imbarcarsi
verso occidente per raggiungere i loro parenti partiti anni indietro.
Prima di aver letto “La masseria delle allodole” la maggior
parte di noi del GDL sapeva pochissimo di questo genocidio, il primo ma
purtroppo non l’ultimo del secolo scorso. E durante il nostro incontro in
biblioteca tutti i presenti si sono dichiarati “molto contenti” di aver letto
il libro della Arslan. Eppure: A nessuno di noi è piaciuto lo stile della
scrittrice. Chi chiamava la sua prosa “poco coinvolgente e noiosa”, chi
“asciutta e distaccata” e chi persino “semplice e infantile”.
Resta il fatto che “La masseria delle allodole” ci ha comunque
incentivato a discutere sulle atrocità e le follie del genere umano. Ci ha
fatto venire voglia di approfondire l’argomento, di leggere altri libri sulla
storia degli Armeni. E a tutti noi è apparso assolutamente “assurdo” (per non
dire altro) la presa di posizione della Turchia moderna di Erdogan nel negare
l’accaduto e protestare a gran voce contro l’espressione “genocidio”…
Ci rivediamo a fine agosto con “Seppellite il mio cuore a
Wounded Knee”. Buona lettura e buone vacanze!!!
(Helga, partecipante
al GDL CoLibri)
1 commento:
Ripensando, c'è un'errore nel mio testo qui sopra. Lo sterminio degli Armeni non era il primo genocidio del secolo scorso. Il primo l'avevano commesso i tedeschi in Namibia (all'epoca una loro colonia) tra il 1904 e il 1908 contro i popoli Herero e Nama. Il Bundestag ha ufficialmente riconosciuto la colpa e adesso il governo Merkel si è anche "scusato" con la Namibia (per quel che serve....)
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