martedì 20 novembre 2018

Incontro del 31 ottobre 2018 - Pastorale americana


Con “Pastorale americana” Philip Roth vinse il Premio Pulitzer per la narrativa 1998. E’ un romanzo sull’American Way of  Life, un’allegoria politica, la storia di una famiglia americana tra gli anni 60’ e l’inizio degli anni ’90: una famiglia che parte con tutte le premesse per essere una normale e felice famiglia americana e che a un certo punto esplode.  

“Lo Svedese”, come è soprannominato Seymour Levov, il personaggio principale della storia, vede crollare il suoi valori e il suo mondo “perfetto” quando l’adorata figlia Merry diventa terrorista.  “Pastorale americana” è un libro di quasi 500 pagine. Ma in fondo c’è un unico vero evento: LA BOMBA. Il resto sono pensieri, ricordi dolorosi, una minuziosa analisi interiore di questo disastroso crollo familiare, un pezzo di intonaco per volta, un mattone dopo l’altro. In un certo senso è anche il crollo del sogno americano.

Il libro finisce con un Open end, con l’ultima frase che domanda:
“Ma cos’ha la loro vita che non va? Cosa c’è di meno riprovevole della vita dei Levov?"

La maggior parte dei presenti al nostro incontro di fine ottobre ha apprezzato la straordinaria intensità nella scrittura di questo libro, e l’argomento ci ha fatto pensare, riflettere e discutere molto. Ma tra i giudizi più espressi si sentiva anche: “lettura pesante”, “libro troppo lungo”, “poco digeribile”. Peccato, forse bisognerebbe rileggerlo una seconda volta, la ri-lettura spesso fa emergere aspetti e concetti che in un primo momento non vengono subito capiti. E forse bisogna essere proprio americano, e anche americano di una certa generazione, per capire fino in fondo il momento storico (ribellioni anti-capitaliste, guerra in Vietnam, lotta per i diritti civili) che Philip Roth ci racconta in questo romanzo.

Prossimo incontro del GDL a fine novembre, parleremo di “Chiamami col tuo nome” di André Aciman.
(Helga, membro del GDL “CoLibri”)

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