mercoledì 6 luglio 2011

Incontro del 29.06.2011 - L'isola di Arturo

Il 29 di giugno ha avuto luogo l'ultimo incontro prima della breve pausa estiva. L'isola di Arturo di Elsa Morante è stato abbastanza apprezzato. Tutti i partecipanti all'incontro sono stati concordi nel giudicarlo un libro molto diverso rispetto a "La storia" ma anche questo ha i suoi punti di forza. In particolare sono stati apprezzati: la lingua, il realismo utilizzato nei (pochi) dialoghi, la caratterizzazione dei personaggi e l'ambientazione. L'isola di Procida descritta dalla Morante ha un grande fascino. Alcuni di noi inoltre si sono trovati concordi nel dire che l'etichetta di "romanzo per ragazzi" affibbiata a questo libro, è un po' riduttiva, in quanto alcune tematiche affrontate, come per esempio il tema della morte, dell'abbandono e della prima esperienza sessuale, sono abbastanza forti ed è più facile che vengano apprezzate dai lettori più maturi.
L'unica voce fuori dal coro è stata quella di Helga che ha trovato noioso il continuo "tira e molla" nella relazione tra Arturo e Nunziata. Inoltre ha sollevato un dubbio che a nessuno di noi era venuto in mente, ovvero che la Morante in questo libro abbia voluto alludere al tema dell'omossessualità. In effetti l'odio dell'Amalfitano per le donne è poco giustificato, così come appare un tantino eccessivo l'attaccamento del padre di Arturo per l'amico in carcere. Alcuni di noi hanno letto questo rapporto come dettato dal senso di colpa, pensando che forse Wilhelm fosse colpevole dell'incarcerazione dell'amico. Inoltre, la maggior parte di noi non si è fermata troppo a soppesare le motivazioni dell'Amalfitano quindi il punto di vista di Helga è arrivato un po' come una doccia fredda alla fine della nostra riunione.
La chiave di lettura proposta da Helga mi ha incuriosita a tal punto che prima di mettermi a scrivere questo commento ho fatto un po' di ricerche e pare che la critica sia concorde nell'affermare l'omosessualità di Wilhelm.
Di seguito alcuni link da consultare:



http://www.pianetagay.com/racconti-scritti-poesie/3948-lisola-arturo-elsa-morante.html


http://www.criticaletteraria.org/2009/10/l-isola-di-arturo.html



Per concludere, la nostra serata è stata allietata dai freschissimi pasticcini portati da Michela che non ha avuto il tempo di leggere il libro.
Vi ricordo che nel mese di luglio non ci saranno incontri, ci si rivede il 31 agosto con il libro "Mappe per amanti smarriti" di Nadeem Aslam.
Vi lascio con una foto dell'isola di Procida (scattata da me), tanto per restare in tema con il libro del mese, e vi auguro buone vacanze e buone letture!


http://www.flickr.com/photos/mt1974_photography/5841826092/in/set-72157626856230937

5 commenti:

Helga ha detto...

Grazie MT per questa ricerca che hai fatto! Temevo già di vedere dei fantasmi e di dare troppa importanza a certe scene (le feste rigorosamente senza donne del Amalfitano, Wilhelm che si dispera sotto la finestra del carcere o la conversazione di Arturo con l'amico del padre). So che non è l'aspetto principale, ma per me l'omosessualità e un (sottile) filo rosso che attraversa tutto il libro, senza essere mai affrontato direttamente però...

Maria Teresa ha detto...

Io invece non ci avevo proprio pensato. Si vede che noi piacentini di campagna siamo troppo ingenui ;) L'altra sera mi sono dimenticata di dire una cosa riguardo al carcere... Mentre leggevo il libro mi sono chiesta se era vero che sull'isola di Procida c'era un carcere, allora avevo fatto un po' di ricerche ma non ho trovato nulla... A voi risulta?

Renato ha detto...

Be, neanche io ci avevo pensato all'omosessualità più o meno latente di Wilhelm. Si credo proprio che noi contadini siamo un po ingenui...
Non mi risulta che a procida esistesse veramente un carcere sul modello di Ventotene, nel vecchio castello ecc.
Grazie M.T. per la ricerca e (come al solito) il preciso resoconto della serata..

Helga ha detto...

Non odiatemi, vi prego! Ma questa volta ho fatto io una piccola ricerca (in Google, con le parole PROCIDA e CARCERE) e ho scoperto che fino a 23 anni fa c'era un carcere nel castello dell'isola:
Nel 1815 il palazzo reale di Procida divenne prima collegio militare e poi, nel 1830, fu adibito a "bagno penale", cioè a prigone, dal re Ferdinando II di Borbone.
Dopo la seconda guerra mondiale furono apportate modifiche all'intero impianto per trasformarlo in carcere di massima sicurezza, che fu chiuso definitivamente solo nel 1988.
Se vi interessa la storia guardate qua:
http://www.procidamia.it/terra_murata.htm

Maria Teresa ha detto...

Grazie Helga, io avevo guardato solo sulla pagina Wikipedia di Procida, pensando che lì ci fossero tutte le informazioni sull'isola, invece il carcere non è minimamente menzionato...