giovedì 5 maggio 2011

Incontro del 28.04.2011 - La morte a Venezia

Evento straordinario il 28 aprile! Tutti gli intervenuti al nostro incontro avevano letto per intero il libro della serata.
Prima di iniziare il dibattito, abbiamo letto una mail di Elena che sapeva di non poter essere presente e ha voluto farci sapere la sua opinione sul libro: "Ho letto "La morte a Venezia" e ho apprezzato soprattutto le parti descrittive (ad esempio l'arrivo a Venezia in traghetto e in gondola del protagonista, la descrizione della città "appestata" e la descrizione "dell'omertà" in merito all'epidemia...). Struggente anche la scena finale con il gioco di sguardi, gli ultimi sguardi, tra Aschenbach e Tadzio... Non so se Aschenbach fosse innamorato di Tadzio (inteso come amore omosessuale)... sicuramente era innamorato della sua giovane età, età caratterizzata da bellezza e spensieratezza che per il protagonista erano ormai solo un ricordo."
Il rapporto Aschenbach-Tadzio ha avuto relativamente poco spazio durante il nostro dibattito. Nessuno ha visto in questo rapporto un vero interesse sessuale, ma più che altro una passione/ossessione per l'ideale di bellezza e giovinezza che il ragazzo incarnava. Invece si è parlato molto della bellezza della lingua e dello stile di Thomas Mann, aspetto che è stato sottolineato da tutti anche davanti ad edizioni diverse. Per esempio Helga che ha potuto leggere il libro in lingua originale ha detto che il tedesco usato da Mann è di una bellezza commovente. Ma la sua osservazione è stata sostenuta anche da Elaine che ha letto il libro nella traduzione inglese e dagli altri che hanno letto il libro nella traduzione italiana. Solo la sottoscritta non può condividere questa opinione in quanto non ha riscontrato nulla di così eccezionale nella lingua, al punto che le è venuto il dubbio di aver letto una traduzione fatta male. Per fortuna anche Gela si è trovata in parte d'accordo con la sottoscritta e ha detto di aver fatto fatica ad entrare nella storia.
Altro aspetto che ha catturato l'attenzione è l'ambientazione. Le descrizioni di Venezia sono molto intense, in particolare Renato ha letto ad alta voce un passaggio che sottolinea la decadenza della città. Abbiamo potuto constatare però che soltanto chi ha avuto la fortuna di visitare la città (magari anche più volte) ha apprezzato in pieno questo aspetto. Ma comunque non è mancato chi si è discostato dalla visione di Mann, per esempio Patrizia M. dice che non trova Venezia così decadente come Mann la descrive.
Dopo che ognuno ha espresso il proprio parere, Helga ci ha raccontato alcuni episodi della vita di Mann legati a questo libro. Da alcune lettere scambiate con il fratello Heinrich, sembra che Thomas Mann avesse delle tendenze omosessuali che però non furono mai concretizzate. L’idea della storia narrata in questo libro è nata sulla base di eventi accaduti durante una vacanza a Venezia che Mann fece con la moglie nella primavera del 1911. Nell'albergo dove alloggiavano, c'era una famiglia polacca che aveva due figlie e un ragazzino di tredici anni straordinariamente attraente che attirò l'attenzione dello scrittore. Non arrivò a inseguirlo per tutta Venezia, ma il ragazzo lo affascinò, e pensava spesso a lui. Il ragazzo che sembra abbia ispirato il personaggio di "Tadzio" era in realtà il barone Wladyslaw Moes, il cui primo nome era di solito abbreviato in Wladzio o Adzio. Egli non sapeva che nel libro di Mann si parlasse di lui, ma lo scoprì quando vide la versione cinematografica di Visconti nel 1971.
Con questi "pettegolezzi" sulla vita di Mann si è conclusa la serata, l'appuntamento è per il 25 maggio con "Suite francese" di Irène Némirovsky.

2 commenti:

Maria Teresa ha detto...

Uff... Non lo commenta nessuno questo libro???
Io ho già espresso il mio parere mentre stendevo il post e ribadisco ancora che l'ho trovato noioso nella prima parte, troppo descrittivo, troppo pieno di particolari che non si capiva perché li stesse raccontando. Poi con l'arrivo del protagonista a Venezia la storia scorre un po' più velocemente, perché si segue il filo del racconto. Non è la prima volta che leggo questo libro, lo avevo già letto circa 10 anni fa e mi aveva fatto lo stesso effetto. I Buddenbrok mi era piaciuto tantissimo, questo invece no perché sono libri completamente diversi, quasi non sembrano scritti dalla stessa persona.

Helga ha detto...

Eeeh cara MT, cosa ti devo dire? Io amo questo libro (l'ho già detto e ridetto anche al GDL:)). E' vero, è molto diverso dai Buddenbrook (che è una specie di saga famigliare). Ma sempre di decadenza parla. I Buddenbrook parlano della decadenza di una famiglia, La morte a Venezia di una persona e di una città. Lo stile dei 2 libri è diversi, a me piacciono entrambi^^
Prova a leggere 'La montagna incantata' di Thomas Mann. Secondo me il suo libro più bello. C'è anche una copia in biblioteca a Ziano. Se non ti piace...pazienza, lo chiudi dopo 50 pagine e buonanotte ;)
Ci vediamo a fine mese. Sono curiosa a sentire i commenti su 'Suite francese'. Ci sarà qualche torta? Io credo di sì ^__^