lunedì 30 gennaio 2017

Incontro del 25 gennaio 2017 - Una famiglia americana



Joyce Carol Oates è uno dei più prolifici scrittori americani, da anni si dice che sia tra i candidati per il premio Nobel, ma per il nostro gruppo di lettura "Una famiglia americana" si è rivelata una scelta un po' infelice.
Il libro, ambientato nella provincia americana degli anni '60-'70, racconta il declino di una famiglia in seguito a un evento drammatico. Il racconto non è lineare, continua a saltare dal presente al passato, perdendosi in minuziosissime descrizioni. È scritto e tradotto molto bene ma non ci ha lasciati soddisfatti.
La prima critica è proprio legata alla prolissità del romanzo. La storia, per quanto triste, è molto interessante, invoglia a seguire le vicende dei personaggi, ma tutti quei dettagli rendono pesante la lettura.
I dialoghi, i flashback, le divagazioni sui mille modelli di orologi collezionati, le descrizioni dei quadri, i gatti senza coda e altri animali sfigati capitati in famiglia, oppure l'interminabile racconto della partita di baseball nell'epilogo del libro, alla fine non si godono, sono solo una tortura che rallenta inesorabilmente il raggiungimento dell'ultima pagina.
Abbiamo criticato l'inettitudine dei personaggi, il finale un po' raffazzonato e anche il titolo.
Qualcuno ha detto che avrebbe dovuto essere "Una brutta famiglia americana".
In realtà il titolo originale è "We were the Mulvaneys". "Noi eravamo i Mulvaneys" rende perfettamente l'idea di come questa famiglia si sentisse su un piedistallo, cosa che si perde completamente nel titolo italiano.

Il prossimo appuntamento è mercoledì 22 febbraio con il giallo islandese "Sotto la città" di Arnaldur Indriðason.

(Maria Teresa per il Gruppo di lettura)