Ieri sera in 9 si sono presentati all'incontro mensile del gruppo di lettura per discutere di Moby Dick. Escludendo due persone che hanno letto la riduzione per ragazzi (e quindi non valgono perché hanno barato!!!), in due soltanto sono riusciti a leggere l'opera di Melville per intero, altri non lo hanno finito, oppure sono arrivati in fondo ma saltando alcune parti.
Quasi tutti si aspettavano che Moby Dick fosse un libro di avventure invece è molto di più. È un romanzo complesso, pieno di significati simbolici, divagazioni religiose, filosofiche e scientifiche. È l'allegoria dell'eterna lotta tra il bene e il male, lotta che non avrà vincitore perché la balena muore e la nave affonda insieme a tutto l'equipaggio (tranne Ismaele ovviamente).
Difficile da leggere perché lo stile narrativo non è quello dei nostri giorni, Moby Dick è inoltre infarcito di termini navali e marinareschi. Vengono descritti minuziosamente parti della nave e attrezzi che normalmente non siamo abituati a vedere e che a fatica riusciamo a immaginare. Per non parlare dei capitoli dedicati alla cetologia, noiosissimi e troppo specifici.
Dopo queste prime impressioni, si è passati a discutere dei personaggi, soprattutto del capitano Achab, da molti considerato come il vero "cattivo" della situazione, tanto che a tratti il lettore è portato a simpatizzare per la balena!
Tutti hanno riconosciuto il valore dell'opera e il fatto che Melville avesse una cultura sconfinata per aver scritto un romanzo di tale spessore. Chi il libro non lo ha letto o non è riuscito a finirlo ha ammesso che non si è trattato di mancanza di interesse ma di mancanza di tempo, da qui l'idea che forse per certi libri bisogna darsi più tempo e quindi discuterne in due incontri.
La serata si è conclusa con la lettura dell'introduzione scritta da Cesare Pavese, primo traduttore in Italia di Moby Dick, e poi Mariella è passata a presentare l'autore del prossimo incontro: il premio nobel John Steinbeck.
(Maria Teresa per il gruppo di lettura)