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mercoledì 15 novembre 2017

Incontro del 25 ottobre 2017 - La mano che non mordi



Seconda “puntata albanese” per il nostro Gruppo di lettura: “La mano che non mordi” di Ornela Vorpsi. Un libro corto (solo 86 pagine), senza una trama vera. Più di un “romanzo” (come sostiene la casa editrice in quarta di copertina) è una raccolta di ricordi, di emozioni, di spaesamenti vissuti e sofferti.

Ornela Vorpsi è nata a Tirana nel ’68, ha studiato Belle Arti in Albania e dal ’91 anche a Brera, Milano. Oggi vive e lavora a Parigi. “La mano che non mordi” è  un racconto autobiografico di una generazione di albanesi che hanno lasciato il loro paese dopo la fine della dittatura di Enver Hoxha, ma anche di molti giovani di altri stati balcanici dopo il crollo dei regimi comunisti. 

In “La mano che non mordi” l’autrice/narratrice intraprende un viaggio per far visita ad un amico malato a Sarajevo. E lì si rende conto dello straniamento della sua situazione: di essere sempre “la balcanica” quando sta in Occidente, ma di non fare più parte neanche della “sua gente” quando la incontra. La Vorpsi ci racconta in modo semplice, spesso caustico, i sentimenti di alienazione che colpiscono il migrante che torna al proprio paese di origine dopo aver vissuto all’estero.

Ai partecipanti del nostro GDL il libro della Vorpsi è piaciuto, anche se non ci ha entusiasmati. Eravamo tutti d’accordo che è una bella introduzione all’argomento “migrazione”. Ma anche che in fondo tutti noi preferiamo un diverso stile di narrazione: più trama, più storia.

Terzo e ultimo libro del nostro mini-ciclo albanese: “L’amore e gli stracci del tempo” di Anilda Ibrahimi, di cui parleremo a fine novembre.

(Helga, membro del GDL CoLibri)