Il libro in programma era La Donna Abitata, di Gioconda Belli.
Anche questo mese, il libro ha riscosso un notevole successo; non solo è piaciuto praticamente a tutti, ma ha causato anche un fiume di lacrime, perché alcune lettrici si sono particolarmente commosse alla morte del fidanzato della protagonista. Uniche voci fuori dal coro sono state quelle della Daniela che ha trovato il libro lento e della Maria Teresa che non ha riscontrato una particolare profondità nell’argomento.
La grande maggioranza invece ha apprezzato le riflessioni che la trama del libro portava a fare: la situazione femminile in un mondo ancora oggi dominato dagli uomini; la sensibilità maschile e come viene vissuta dai diretti interessati ( la convinzione generale è che gli uomini preferiscano far finta di non essere sensibili o comunque di non darlo a vedere…), il matrimonio e la responsabilità. E qui si è aperta una discussione accalorata sul modo in cui le coppie moderne affrontano il matrimonio e le sue inevitabili difficoltà; per Patrizia è scomparso il concetto di sacrificio, non si è più capaci di cedere su qualcosa per far spazio anche all’altro e si preferisce gettare la spugna invece di lottare per mantenere qualcosa in cui prima si diceva di credere.
Helga ha proposto di non permettere più a nessuno di sposarsi prima dei quarant’anni e previa convivenza quinquennale in una comunità.
Ma si è detto anche: se i figli sono così, forse è colpa dei genitori… eh sì, sono pienamente d’accordo, la colpa è dei genitori, quasi sempre, perché questi figli non devono più lottare, sospirare e darsi da fare per avere qualcosa, arriva tutto e subito! Mi fa piacere che vengano fuori queste riflessioni, perché avendo una bambina piccola, dotata di scarsissima pazienza, mi aiutano a tener duro e a non cedere (almeno non troppo spesso!).
Dopo questi pensieri profondi e spinosi, l’argomento successivo è stato decisamente più frivolo; si è discusso della nostra prossima meta di viaggio, devo dire con scarsi risultati. Tutti vogliono andare ma non si sa bene dove e non si sa nemmeno quando (forse a Febbraio) e così, in attesa di avere le idee più chiare, Helga ha proposto una meta italiana, abbordabile in un’unica giornata, e per la gioia di quasi tutto il gruppo, si è deciso di recarsi a Brescello sulle orme di Don Camillo e Peppone!
La serata si è poi chiusa con l’invito a sviluppare idee per un futuro gemellaggio con il gruppo di lettura di Valle Aurelia.
Alla prossima
(Lorena per il Gruppo di lettura)
Anche questo mese, il libro ha riscosso un notevole successo; non solo è piaciuto praticamente a tutti, ma ha causato anche un fiume di lacrime, perché alcune lettrici si sono particolarmente commosse alla morte del fidanzato della protagonista. Uniche voci fuori dal coro sono state quelle della Daniela che ha trovato il libro lento e della Maria Teresa che non ha riscontrato una particolare profondità nell’argomento.
La grande maggioranza invece ha apprezzato le riflessioni che la trama del libro portava a fare: la situazione femminile in un mondo ancora oggi dominato dagli uomini; la sensibilità maschile e come viene vissuta dai diretti interessati ( la convinzione generale è che gli uomini preferiscano far finta di non essere sensibili o comunque di non darlo a vedere…), il matrimonio e la responsabilità. E qui si è aperta una discussione accalorata sul modo in cui le coppie moderne affrontano il matrimonio e le sue inevitabili difficoltà; per Patrizia è scomparso il concetto di sacrificio, non si è più capaci di cedere su qualcosa per far spazio anche all’altro e si preferisce gettare la spugna invece di lottare per mantenere qualcosa in cui prima si diceva di credere.
Helga ha proposto di non permettere più a nessuno di sposarsi prima dei quarant’anni e previa convivenza quinquennale in una comunità.
Ma si è detto anche: se i figli sono così, forse è colpa dei genitori… eh sì, sono pienamente d’accordo, la colpa è dei genitori, quasi sempre, perché questi figli non devono più lottare, sospirare e darsi da fare per avere qualcosa, arriva tutto e subito! Mi fa piacere che vengano fuori queste riflessioni, perché avendo una bambina piccola, dotata di scarsissima pazienza, mi aiutano a tener duro e a non cedere (almeno non troppo spesso!).
Dopo questi pensieri profondi e spinosi, l’argomento successivo è stato decisamente più frivolo; si è discusso della nostra prossima meta di viaggio, devo dire con scarsi risultati. Tutti vogliono andare ma non si sa bene dove e non si sa nemmeno quando (forse a Febbraio) e così, in attesa di avere le idee più chiare, Helga ha proposto una meta italiana, abbordabile in un’unica giornata, e per la gioia di quasi tutto il gruppo, si è deciso di recarsi a Brescello sulle orme di Don Camillo e Peppone!
La serata si è poi chiusa con l’invito a sviluppare idee per un futuro gemellaggio con il gruppo di lettura di Valle Aurelia.
Alla prossima
(Lorena per il Gruppo di lettura)
2 commenti:
Bentornati! Bella lettura e bei commenti, avrei voluto essere presente alla vostra riunione.
Anche noi nella nostra prossima riunione proveremo a tirare fuori idee per il gemellaggio; trovo comunque già molto bello essere virtualmente in contatto.
Era senz'altro interessante questa discussione - provocata dalla lettura del libro della Belli - sul rapporto uomo-donna, sul matrimonio, sulla famiglia ecc. Purtroppo non c'era più tempo per l'altro argomento fondamentale che secondo me troviamo in "La donna abitata": la ribellione contro un regime totalitario ed il coinvolgimento della "gente normale" nella lotta armata.
Gioconda Belli faceva parte, negli anni '70, del movimento (e della rivoluzione) Sandinista contro la dittatura di Somoza in Nicaragua. E questo libro è - almeno in parte - autobiografico. Racconta la storia di una ragazza di "buona famiglia" che potrebbe fare una vita comoda ed agevolata. Invece sceglie la ribellione, prima solo contro la sua stessa famiglia, dopo contro gli abusi e le violenze della dittatura e infine più o meno direttamente anche contro il ruolo "da femmina" che le era stato riservato dal suo fidanzato rivoluzionario. Il libro - secondo me - ci mette davanti a molte domande. Esempio: Fino a che punto possiamo tacere e far finta di niente? E se ci facciamo coinvolgere, dove è il limite tra violenza e contro-violenza? La rivoluzione, la guerra ecc. possono essere una soluzione reale? Io non ho risposte. Ma per dire la verità: sono contenta di non vivere in un paese dove la guerra o una dittatura militare mi mettono davanti a delle scelte personali drammatiche.
Molto bello ho trovato il racconto parallelo di Itza, la donna rinata nel albero. La storia si ripete dopo centinaia di anni; prima i conquistadores spagnoli, adesso i militari sudamericani. Le vittime ora come all'epoca: il popolo, la gente, uomini, donne, bambini.
Che tristezza pensare che non abbiamo imparato quasi niente in tutti questi secoli ...
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