giovedì 10 marzo 2016

Incontro di mercoledì 24 febbraio 2016 - Ogni mattina a Jenin



Il romanzo di febbraio, Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa, è senz’altro quel che si dice, un po’ grossolanamente, “un pezzo da novanta”.
Attingendo anche alle proprie esperienze, l’autrice narra le vicende di una famiglia palestinese dal secondo dopoguerra ad oggi, dalla prima occupazione israeliana all’emigrazione negli Stati Uniti.
Intenso, umano, struggente, straziante, scritto con semplicità e sapienza letteraria, questo romanzo si è lasciato assaporare lentamente, dando voce ad un punto di vista – rispetto alla questione israelo-palestinese – se non certo inedito, in qualche modo spesso trascurato. Per me personalmente, è stato uno squarcio nel velo dell’ignoranza.
Ogni mattina a Jenin non risparmia al lettore nessuna delle crudeltà che l’uomo può perpetrare sull’uomo, trasforma quelli che solitamente sono numeri e dati nelle notizie di politica estera in persone e nelle loro vite dilaniate. Eppure in Amal, protagonista e a tratti voce narrante, c’è disperazione, c’è un dolore senza fine, c’è rabbia e gelo e durezza, ma mai odio per i propri carnefici.
E’ stato bellissimo condividere una lettura capace di dare i brividi, scambiandoci spunti di riflessione che spaziano dalla bellezza della scrittura, all’intensità emotiva, alle considerazioni su quanto di terribile possa esserci nell’uomo in branco - su come la vittima possa farsi carnefice – e quanto di puro possa conservarsi in un individuo.
Consigliatissimo, a tutti, tutti, tutti.

(Claudia per il Gruppo di Lettura)

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