„Denti bianchi“ di Zadie Smith è una specie di esilarante saga
familiare in cui i protagonisti non sono di una, ma ben tre famiglie molto
diverse tra di loro: gli anglo-giamaicani Jones, i bengalesi Iqbal e i
britannici medio-borghesi Chalfen. Tutte e tre vivono nella Londra multietnica
e multirazziale e per motivi vari le loro vite si intrecciano. La storia inizia
negli anni '70 e man mano che gli anni passano e i figli crescono anche i problemi
diventano sempre più grandi.
Zadie Smith, lei stessa anglo-giamaicana di
origine, descrive con un grande sense of humour e molta ironia il sofferto
processo di integrazioni degli immigrati di seconda generazione, lo scontro
profondo tra tradizione, religione e fondamentalismo con la Londra cosiddetta “moderna”.
“Denti bianchi”, uscito in Inghilterra nel 2000 con grande
successo e ottime critiche, era il romanzo di debutto della giovane Zadie
Smith che all’epoca era ancora studentessa universitaria e aveva soltanto 25
anni. In un certo senso ha “anticipato” molti argomenti di cui solo ultimamente
parliamo apertamente anche in Italia.
Prossimo libro di cui parleremo a fine febbraio: “Quel che
resta del giorno” di Kazuo Ishiguro, Premio Nobel per la Letteratura 2017
(Helga per il GDL "CoLibri")
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