A marzo abbiamo iniziato un nuovo ciclo di letture durante il quale affronteremo libri di autori che abbiamo già incontrato lungo il nostro percorso. Il primo di questo ciclo è "Il rosso e il nero" di Stendhal, un libro piuttosto impegnativo che non ha incontrato il consenso di tutti. Alcuni dei presenti addirittura non sono riusciti a superare pagina 20, altri si sono interrotti a pagina 100. La critica principale di chi non è riuscito a finire il libro riguarda la difficoltà dello stile e gli argomenti poco coinvolgenti. Il modo di scrivere così minuziosamente dettagliato e il racconto di fatti e di modi di vita così lontani da noi a volte non invogliano la lettura. Altri invece trovano in questi aspetti il punto di forza del romanzo e si lasciano trasportare dalla narrazione per immergersi nel racconto di un'epoca passata. Qualcuno ha criticato anche la lunghezza del romanzo, ma a voler ben guardare, che cosa si poteva tagliare? Niente. Perché la bellezza del romanzo sta anche nella ricchezza dei dettagli e delle argomentazioni. "Il rosso e il nero" non è semplicemente il racconto delle avventure amorose del personaggio protagonista, è un romanzo storico che descrive in modo molto minuzioso la società francese del periodo della Restaurazione, ovvero quell'epoca di transizione che va dalla fine dell'impero napoleonico alla rivoluzione del 1830. Vi sono rappresentate tutte le classi sociali: dalla nobiltà provinciale fino alla Chiesa cattolica, passando per l'aristocrazia d'élite parigina, Stendhal descrive una società in procinto di subire un profondo cambiamento. Stendhal era un liberale, colto, borghese, ammiratore di Napoleone che detestava il periodo della Restaurazione, pertanto nel suo libro tende a mette in evidenza tutti gli aspetti negativi dell'epoca. Buona parte della nostra discussione è stata dedicata a Julien Sorel, ovvero il protagonista del romanzo. In particolare è stato molto interessante sentire le differenze di opinioni. La rappresentanza femminile del GDL ha stroncato il personaggio di Julien Sorel, definendolo come ipocrita, ambizioso, calcolatore, arrampicatore sociale, ingenuo o finto ingenuo, qualcuno lo ha addirittura definito "uno sfigato". Invece la minoranza maschile lo ha rivalutato in quanto rappresentante a tutti gli effetti dell'eroe romantico.
Si ringraziano comunque le persone che non hanno terminato il libro e che hanno pagato pegno con dei buonissimi dolci, ovvero Helga (crostata alla marmellata di amarene) e Lina (salame di cioccolato). Il prossimo appuntamento è per mercoledì 27 aprile con "La morte a Venezia" di Thomas Mann.
(Maria Teresa per il Gruppo di lettura)
6 commenti:
Sono arrivata solo fino a pagina 100 (circa), e non penso di finire questo libro. Credo che tra me e Stendhal non c'è nessun "feeling". Già con "La Certosa di Parma", che abbiamo letto qualche anno fa, ho avuto grosse difficoltà, non mi è piaciuto (ma l'ho finito:). Adesso con "Il rosso e il nero" non sono proprio riuscita ad entrare nel libro, nella storia... Non perché il protagonista Julien Sorel è un "ipocrita, ambizioso, calcolatore, arrampicatore sociale", lo era anche il protagonista di “Bel Amì” di Guy de Maupassant che abbiamo letto nel 2007. E "Bel Amì" mi era piaciuto tantissimo. E non era neanche la lunghezza di "Il rosso e il nero" (adoro i romanzi lunghi) o il fatto che racconta di una società di più di un secolo fa (lo fanno anche i classici russi che leggo sempre più che volentieri). No, credo che è proprio lo stile di Stendhal che non mi piace. Pazienza, ci sono tanti altri libri da leggere... per fortuna ^___^
Per me leggere questo libro è stata una passeggiata. Io adoro i classici e inoltre venivo da un periodo in cui avevo letto molti scrittori contemporanei, quindi avevo proprio voglia di un bel classicone. Non nego neanche di aver insistito affinché questo libro entrasse nel programma di letture :-P
Io sono stata quella che ha definito Julien Sorel "uno sfigato" non nel senso letterale del termine, ma nel senso che era una persona con poche attrattive e scarse qualità.
Su questo ho avuto anche una divergenza di opinione con Patrizia P. la quale sosteneva che Sorel era un freddo calcolatore che aveva pianificato tutto dall'inizio. Io su questo non sono del tutto d'accordo, perché nell'evoluzione della sua storia c'è stata una notevole componente di fortuna, molte situazioni gli sono capitate tra le mani senza che potesse prevederle in anticipo. E solo dopo essersi ritrovato "per caso" in certe situazioni ha cercato di sfruttarle come meglio poteva.
La mia opinione è che questo libro DEVE essere letto! ;)
Ho fatto fatica a leggere questo libro, ci ho messo più di un mese, anche se penso che ne sia valsa la pena. Certo lo stile è un po' pesante, ma Stendhal dà un quadro preciso e ironico della società francese di quel tempo. Non sarei così severa con Julien Sorel (il protagonista di Bel Ami è proprio spregevole al suo confronto): il padre non lo amava e lo considerava un peso, i fratelli lo odiavano e lo picchiavano spesso. Julien essendo intelligente e sensibile (certo anche altezzoso e ambizioso) voleva arrivare in alto e dimostrare a tutti di essere migliore di molti altri. Le qualità ce le aveva secondo me, voleva essere un soldato di Napoleone e combattere, ma ahimè, il suo eroe era morto. Stendhal spiega bene che in quegli anni il clero era molto potente e quindi Julien per "elevarsi" doveva diventare ecclesiastico. Il mio pensiero è che lui amava sinceramente la signora di Renal,ma per varie cause (non ultima la religiosità della donna) se ne è dovuto allontanare. Quanto a Matilde, inizialmente non era per niente attratto e non voleva approfittare della situazione. E' stata lei prima a volerlo, poi no, poi si (definirla instabile è un eufemismo). Infine considerando che aveva 20 o 21 anni e che è morto coraggiosamente anche se non aveva ucciso, io lo assolvo.
Io invece sono quella arrivata a pagina 20, l'unica cosa che posso dire a mia discolpa è che tenterò più avanti la lettura e non lo depenno dalla lista di libri da leggere!!
Alla prossima!!!
ps. mi sà senza dolci... ;-P
Grazie Mariella che non avendo partecipato all'incontro ci hai lasciato un commento qui! Speriamo di rivederti presto...
Nel resoconto ho dimenticato di dire che in questa serata c'è stata una "new entry". Renato è arrivato accompagnato da una signora tedesca che non era Helga, ma Gela, una sua vicina di casa! Ha partecipato anche all'uscita del 9 aprile e speriamo di rivederla ai prossimi incontri...
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