Il 29 febbraio (data insolita!) ci siamo ritrovati in un bel gruppetto a commentare Oblomov di Ivan Gončarov. Un bel classico della letteratura Russa ottocentesca, romanzo di notevole spessore, che ha dato luogo ha un dibattito lungo e articolato. C'è stato chi ha abbandonato la lettura in quanto il libro non era nelle sue corde, chi non lo ha finito per motivi di tempo e chi non lo ha ancora terminato perché preferisce gustarselo lentamente. Quelli che invece sono riusciti ad arrivare alla fine sono concordi nel dire che è un libro impegnativo ma bello, che merita di essere letto. Ma eccovi qualche informazione in più:
La prima edizione del romanzo di Gončarov, Oblomov, è apparsa nel 1858. È considerata l’opera maggiore dello scrittore russo ed ebbe da subito un grande successo che ne accrebbe la fama in tutto l’impero, successo che dura ancora ai giorni nostri. Oblomov, tratta dell’umano difetto della pigrizia che aggiunto ad una dose abbondante di indolenza e, diremmo adesso, depressione, sfocia nel cosidetto ”oblomovismo”. Un misto di rifiuto a prendere qualsiasi decisione attiva, rifiuto di accettare il gioco della vita coi suoi alti e bassi, incapacità di reazione di fronte alle cose nuove - belle o brutte che siano. Perfino quando l’amore di, e per una donna sembra sradicarlo da questo torpore di depresso (e per un brevissimo momento il lettore lo spera), tutto si rivela inutile e vano. Oblomov ripiomba nel suo stato di inettitudine alla vita fisico e mentale, non ce la fa ad uscire dalla sua condizione di depresso e ripiomba nella sua abulia. Finirà la sua vita com’è vissuto, senza interessi senza passioni….che non siano pura fantasia o sogni fatti sul divano. Romanzo di una bellezza sconvolgente per linguaggio narrativo, e tema trattato ancora attuale (in tutti noi di tanto in tanto c’è un po' di oblomovismo). Dai personaggi forti descritti con maestria, anche i meno importanti e, non da ultimo, di facile e scorrevole lettura.
(Maria Teresa e Renato per il Gruppo di lettura)
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