“Venuto al mondo” è un libro pieno di argomenti non facili:
amore e odio, felicità e disperazione, fertilità
e sterilità, guerra e pace, violenza,
stupro, pulizia etnica…
All'inizio sembra la
storia di una madre che – insieme al figlio sedicenne Pietro – va alla ricerca di un pezzo del suo passato;
una retrospettiva, il ricordo di una storia d’amore tra Gemma e Diego, due
persone molto diverse per educazione, estrazione sociale e cultura. Ma piano
piano il racconto prende una piega sempre più “pesante” e drammatica. C’è la ricerca disperata di una maternità
negata che porta la coppia Gemma/Diego a diversi tentativi di inseminazione
assistita (e fallita) e persino all'accettazione di un possibile “utero a
noleggio” in Ucraina e poi a Sarajevo, città bosniaca dove i due si erano
conosciuti anni prima. Oltre a Gemma e
Diego la Mazzantini ci fa conoscere (e capire) alcuni abitanti di Sarajevo: tra
l’altro l’amico e poeta bosniaco Gojko,
sua madre Mirna e sua sorella Sebina e infine la musicista-punk Aska che accetta di affittare il suo corpo per
permettere a Gemma e Diego di avere un figlio…
Ma la Mazzantini ci racconta in questo libro più della
lovestory di Gemma e Diego, e anche più
della nascita (“venuta al mondo”) del figlio Pietro. Ci racconta uno dei
capitoli più drammatici e brutti della storia recente dell’umanità: lo scoppio
della guerra nella ex-Jugoslavia e soprattutto
l’assedio di Sarajevo all’inizio degli anni ’90.
La lovestory in se non ha convinto fino in fondo i
partecipanti durante l’ultimo incontro del nostro GDL. Non per tutti era comprensibile l’attrazione
quasi fatale tra la giornalista piccolo borghese Gemma e il fotografo
ex-drogato e tifoso ultrà Diego, e neanche la loro quasi “malata” ricerca di un
figlio. Quello che ci ha colpito di più invece
era la capacità della Mazzantini di raccontare, attraverso le vicende
quotidiane, i pensieri e i sentimenti dei singoli protagonisti le atrocità di cui sono capaci gli esseri
umani e che sono successe in quel
periodo a Sarajevo: stupri collettivi, pulizie etniche, uccisioni mirate di
civili (anche bambini) da parte dei cecchini che per puro divertimento miravano
alle nuche delle persone che si muovevano come fantasmi nelle strade di
Sarajevo alla disperata ricerca di cibo, di acqua, di legna per riscaldarsi
durante i lunghi inverni dell’assedio.
Se Margaret Mazzantini è stata duramente criticata dal
nostro GDL per il suo libro/bestseller “Non ti muovere” (che era il primo libro
in assoluto che avevamo letto insieme quasi sette anni fa e che non era
piaciuto a nessuno dei partecipanti dell’epoca) questa volta l’autrice è stata,
almeno dalla maggior parte dei presenti, ampiamente rivalutata.
Giudizio di tutti: Un libro da leggere.
P.S.: La nostra Elaine, che non ha letto “Venuto al
mondo”, per farsi perdonare ci ha
addolcito la serata con una buona torta che lei chiama “La fantastica torta
della zia di Montevarchi” e di cui ci ha
dato anche la ricetta.
Eccola:
2 uova
200 gr zucchero
300 gr farina
6 cucchiai olio d'olivo
1 limone o arancio, scorza grattugiata e succo
12 cucchiai di latte
1 bustina di lievito per dolci.
In forno per circa 30/40 minuti a 200C
(Helga per il Gruppo di lettura)
1 commento:
Recensione della serata, direi perfetta! E la torta mooolto buona!!!
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