“La bambina che diceva sempre di sì” di Maud Lethielleux
racconta la storia di Ninon, bambina francese di nove anni che a causa della separazione
dei genitori deve decidere dove vivere. E si decide per il padre, un’uomo
piuttosto particolare, un po’ ecologista, un po’ sognatore, allevatore di capre
e molto altro ancora…
Il romanzo è raccontato
in prima persona dalla voce di Ninon, con un linguaggio volutamente infantile
ma allo stesso tempo un po’ “intellettualoide”. Lo stile ma anche la storia
stessa hanno diviso il gruppo fra chi lo amava e chi lo considerava un libro “insignificante”,
una “storiella non entusiasmante”, noiosa e poco credibile. Qualcuno ha trovato
poco approfonditi i personaggi, qualcuno ha contestato un “finto ecologismo mal
digerito”. Ad altri (tra cui la sottoscritta) il racconto di “La bambina che
diceva sempre di sì” è sembrato un tentativo di riedizione moderna di “Heidi”
oppure di “Pippi Calzelunghe”, tentativo poco riuscito però. In realtà solo due
partecipanti all’incontro di ottobre hanno apprezzato questo libro. A loro è
piaciuta soprattutto la figura dell’assistente sociale che si è mostrata molto
conciliante con il padre di Ninon, anche se da lui la bambina passava un’intero
inverno dormendo al freddo, sotto un telo di plastica, non andava quasi mai a
scuola e viveva in mezzo a capre, cani, gatti e formaggini ammuffiti….
Come al solito anche questo libro ha provocato una vivace ed
interessante discussione.
(Helga, per il Gruppo di lettura)
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