Il nostro ciclo dedicato al Giallo sembra destinato a darci
poca soddisfazione: Il segreto di Inga
è stato accolto con vari livelli di entusiasmo dai partecipanti al gruppo, ma
tutti siamo stati concordi nell’affermare che non sia il romanzo migliore di Björn
Larsson.
Al limite tra spy-story e giallo psicologico, la trama ruota
attorno – appunto - al segreto: quello custodito da Inga, radice della sua
sofferenza e del suo rifuggire dal mondo (quello maschile soprattutto); quello
dei Servizi dei vari Paesi occidentali, USA in testa, con le sue ambigue implicazioni; quello di comunità
settarie come Scientology. Da questo punto di vista, Larsson cade forse in
scelte un po’ raffazzonate e poco verosimili, imbandendo un improbabile duello
tra Davide-Inga e Golia-Echelon.
C’è tuttavia un altro piano di costruzione e lettura del
romanzo, dove certamente l’Autore ha espresso al meglio la propria abilità:
presto Inga Andersson entra in contatto con il collega Anders Ingesson,
alter-ego di Larsson stesso ed evidente “negativo” della protagonista. Nel loro
discorrere di verità e finzione, letteratura e crimine, più volte ricorrono i
romanzi scritti da Ingesson, con aneddoti legati alla genesi dei personaggi:
attraverso i nomi di questi, il lettore non faticherà a riconoscere Il porto dei sogni incrociati (già letto
con piacere dal GdL).
Alcuni di noi hanno particolarmente apprezzato il livello
metaletterario del romanzo, quasi tutti hanno goduto dello stile di Larsson e delle
sue descrizioni, che ben rendono l’atmosfera del paesino di pescatori in cui
vive Inga – a tal proposito, quasi dimenticavo di citare Henning e Morten, i
due anziani lupi di mare in pensione, amici fraterni della donna e
riuscitissimi personaggi “secondari” -, ma non è mancata una delusione prossima
al disprezzo, tanto per la forma che per i contenuti del romanzo… A mettere
d’accordo tutti, i deliziosi cupcakes di Elaine, con fragole e cioccolato!
(testo: Claudia, del Gruppo di lettura CoLibri)
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