Per il
mese di ottobre, abbiamo fatto un’incursione negli Stati Uniti della prima metà
del secolo: ad accompagnarci, ancora una volta uno scritto ampiamente
autobiografico, Ragazzo negro di
Richard Wright, scritto nel 1945.
Il
romanzo ripercorre la vita dell’autore dall’infanzia, negli Stati Uniti del
Sud, alle soglie dell’età adulta, quando – dopo svariate vicissitudini – decide
di partire per il Nord, per cercare maggiori opportunità per sé e per la sua
famiglia.
Ben
scritto e ben tradotto, nella storica edizione Einaudi, il racconto di Wright
tratteggia in maniera sottile e profonda quello che è stato il razzismo
nell’America di inizio secolo: non solo i divieti, le umiliazioni, i pestaggi
gratuiti ed impuniti dei neri, ma anche il tentativo dei bianchi di
controllarne i pensieri, i desideri e le ambizioni.
Cresciuto
in una famiglia umile, con una zia e una nonna di religiosità bigotta, il
giovane Richard è spinto a desiderare e cercare di più solo dalla propria
indole e dalla propria intelligenza; le stesse, lo spingono al limite
dell’imprudenza: come gli dice un amico, “Tu in presenza dei bianchi ti
comporti come se non sapessi che sono bianchi. E loro lo vedono”. D’altra parte, è proprio grazie ad un collega bianco che
Richard potrà, col sotterfugio, accedere ad una biblioteca e nutrirsi
avidamente degli autori americani a lui contemporanei, potendo comprendere
pienamente quel che fino ad allora ha “solo” sperimentato.
Quando
il protagonista deciderà di lasciare il Sud, dovrà fingere – per le ragioni di
cui sopra - con il suo datore di lavoro di dover supinamente seguire la madre
malata; è qui che il romanzo termina, ma sappiamo che Wright si trasferì a
Parigi negli anni ’40, dove farà amicizia con Sartre e Camus, acquisendo poi la
cittadinanza.
La lettura
ha offerto spunti per riflettere su quanto siano o non siano cambiate le forme
del razzismo negli USA di oggi, suggerire confronti con letture e film come The help e A spasso con Daisy. C’è stato spazio anche per una sbrisolona, un
goccio di vino e scambi di opinione sul recente Nobel assegnato a Bob Dylan e
sull’imminente referendum costituzionale.
(Claudia, per il Gruppo di Lettura CoLibri)
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