venerdì 27 novembre 2009

Incontro del 25.11.2009 - Amsterdam

Il libro in programma era Asterdam di Ian McEwen; questa volta la lettura è stata portata a termine da tutto il gruppo. A facilitare il compito sicuramente ha concorso il fatto che il libro era gradevole, di agevole lettura e abbastanza breve.
I commenti sono stati altrettanto pacati ed unanimi, non è stato uno di quei libri che suscitano discussioni appassionate.
Marinella, che non ha potuto essere presente, ha però mandato a dire che il libro era ok per il 90%: siamo tutti curiosi di sapere qualcosa sul restante 10%.
Eravamo quasi tutti concordi nell’apprezzare lo stile della scrittura di McEwan, stile che sebbene sia scarno riesce lo stesso a farti “entrare” nella storia; l’unica che avrebbe preferito una scrittura più ricca è stata Patrizia Palma.
Qualcuno ha avuto l’impressione che al libro mancasse un pezzo, quasi come se fosse solo il prologo di qualcosa che ancora doveva essere scritto (Renato, Helga, Helen); altri hanno sottolineato l’ipocrisia e la bassezza presenti nei rapporti umani, anche in quelli che si definiscono di “amicizia” (Elena, Emiliana, Helga).
Patrizia P. si domandava che tipo di persona fosse l’autore, dato che sia in questo che in altri suoi libri vengono analizzati proprio questi comportamenti negativi.
Daniela, che non aveva mai letto niente di McEwan, ha apprezzato lo stile ed è stata colpita dalla frase che appariva in prima pagina dove si parlava degli amici che si incontrano ad un funerale e si dirigono verso il loro destino.
Personalmente, ho trovato il comportamento dei due protagonisti quasi patetico, perché erano talmente preda del loro ego da aver perso completamente il senso della realtà. La figura migliore del libro per me rimane quella di Molly, l’amica al cui funerale inizia la storia; è stata l’unica che ha saputo vivere seguendo il suo sentire, con onestà.
L’altra sera era presente anche una new entry, Helen, che ha sottoscritto i commenti fatti dagli altri e ha aggiunto di essere andata a leggere i commenti della critica relativi a questo libro e di aver riscontrato che anche i critici sono rimasti perplessi di fronte a questo finale inaspettato, che sembra un po’ forzato.
Nonostante il tono pacato, la discussione si è poi spostata su di un argomento “spinoso”: i trans e gli uomini che vanno con loro; lo spunto è partito dalla figura del politico descritto nel libro e da lì abbiamo spaziato con commenti vari ed aneddoti interessanti (se siete curiosi, dovreste venire al gruppo di lettura la prossima volta!).
Insomma è stata una serata decisamente tranquilla, addolcita alla fine dalla strepitosa torta di mele portata dalla Daniela, torta che è stata fatta fuori in un batter d’occhio (quella sì che ha suscitato intense passioni!).
Abbiamo poi parlato dei film in programmazione in queste settimane ed è stata fatta la proposta di vedere qualche film sui libri che abbiamo letto quest’anno.
Il prossimo appuntamento è previsto per Mercoledì 27 Gennaio con un bel libro corposo: L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez.
Buone vacanze a tutti.
(Lorena per il Gruppo di lettura)

2 commenti:

Maria Teresa ha detto...

Mi è spiaciuto un sacco mancare all'incontro dedicato al libro che ho proposto io :(((
McEwan è uno dei miei scrittori perferiti e tra tutti i libri che ha scritto questo è, secondo me, uno dei migliori. Mi fa piacere sapere che tutti sono riusciti a leggerlo e che lo hanno trovato interessante per vari aspetti.m Io in particolare ho trovato intrigante l'inizio (il fatto che i protagonisti si incontrino al funerale invoglia alla lettura), il fatto che quasi fino alla fine non si sappia il perché il libro abbia questo titolo e poi sono rimasta scioccata dal finale: mai e poi mai avrei immaginato che il libro si concludesse in quel modo.

Helga ha detto...

Ian McEwan è anche uno dei miei autori preferiti. Il suo modo di scrivere e di raccontare è proprio come piace a me: semplice e lineare, senza troppi giri di parole e complicati esercizi di stile. E’ vero, nei suoi libri (e ne ho letti 5 o 6 finora) si parla spesso delle bassezze nei rapporti umani, e quasi sempre con un pizzico di morbosità e anche di cinismo. Ma a me piace; in fondo non cerco l’eroe “positivo” in un romanzo, neanche il protagonista con il quale mi posso identificare, ma una storia (preferibilmente intrigante) che mi fa riflettere.

McEwan ha scritto “Amsterdam” già negli anni ’90, ambientandolo in modo relativamente soft (almeno secondo me) nel mondo anglosassone. Se avesse scritto una storia squalida come quella ultimamente accaduta a Roma, i lettori (e forse anche la critica) avrebbero detto: >>ma no … è esagerato… la storia è troppo costruita, troppo poco probabile <<
E invece ... la realtà (almeno quella italiana) ha superato la fiction. Chapeau !!!